dionysiana

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Tag: apofatismo

Se qualcuno vedendo Dio comprende quello che vede…

 

DIONYSII AREOPAGITÆ EPISTOLÆ
Epistola I Gaio Monacho
Testo e traduzione italiana

dionysii epistola
La prima lettera di Dionigi nella traduzione
di Giovanni Scoto Eriugena (Köln, Dombibliothek,
Codex 30, f. 91v)

 


ᾱ ΓΑΙΩΙ ΘΕΡΑΠΕΥΤΗΙ

[1065a] Τὸ σκότος ἀφανὲς γίνεται τῷ φωτί, καὶ µᾶλλον τῷ πολλῷ φωτί· τὴν ἀγνωσίαν ἀφανίζουσιν αἱ γνώσεις, καὶ µᾶλλον αἱ πολλαὶ γνώσεις. Ταῦτα ὑπερο­χικῶς, ἀλλά µὴ κατὰ στέρησιν ἐκλαβὼν ἀπόφησον ὑπερα­ληθῶς [1], ὅτι λανθάνει τοὺς ἔχοντας ὂν φῶς καὶ ὄντων γνῶσιν ἡ κατὰ θεὸν ἀγνωσία καὶ τὸ ὑπερκείµενον αὐτοῦ σκότος καὶ καλύπτε­ται παντὶ φωτὶ καὶ ἀπο­κρύπτε­ται πᾶσαν γνῶσιν. Καὶ εἴ τις ἰδὼν θεὸν συνῆκεν, ὃ εἶδεν, οὐκ αὐτὸν ἑώρακεν, ἀλλά τι τῶν αὐτοῦ τῶν ὄντων καὶ γινωσκομένων· ἀυτὸς δὲ ὑπὲρ νοῦν καὶ [2] οὐσίαν ὑπεριδρυ­µένος, αὐτῷ τῷ καθόλου µὴ γινώσκε­σθαι µηδὲ εἶναι, καὶ ἔστιν ὑπερουσίως [3] καὶ ὑπὲρ νοῦν γινώσκε­ται. Καὶ ἡ κατὰ τὸ κρεῖττον [1065b] παντελὴς ἀγνωσία γνῶσίς ἐστι τοῦ ὑπὲρ πάντα τὰ γινω­σκόµενα.

Il testo dell’edizione critica di A. M. Ritter qui riportato (Corpus Dionysiacum II, Berlin – New York, W. de Gruyter, 1991, pp. 156-157) presenta alcune differenze rispetto a quello del Cordier riprodotto nella Patrologia Graeca (PG III, Paris 1857):
[1] ὑπερα­ληθῶς: ὑπερα­λήθως PG;
[2] post καὶ add. ὑπὲρ PG;
[3] ὑπερουσίως: ὑπουσίως PG.

La prima lettera di Dionigi nella Patrologia GraecaPG III
La prima lettera di Dionigi nella Patrologia Graeca e le Adnotationes del Cordier
(PG III, coll. 1065-1068).
Immagini bySYMPASCHEIN.


LETTERA I. Al servo [di Dio] Gaio

La tenebra (σκότος) diventa invisibile alla luce, e tanto più quanto più è la luce. Le conoscenze distruggono l’ignoranza, e tanto più le conoscenze abbondanti. Intendendo ciò per eccesso (ὑπεροχικῶς) e non per difetto, ammetti come verità assoluta che l’ignoranza relativa a Dio (ἠ κατὰ θεὸν ἀγνωσία) sfugge a coloro che hanno la luce appartenente al livello dell’essere e la conoscenza degli esseri, e che la tenebra di Dio che sta sopra ogni cosa si vela ad ogni luce e si nasconde ad ogni conoscenza. E se qualcuno vedendo Dio comprende quello che vede non ha visto Dio stesso ma qualcuna delle sue opere che esistono e si conoscono. Essendo superstabilito sopra l’intelligenza e la sostanza (ὑπὲρ νοῦν καὶ οὐσίαν), egli assolutamente né è conosciuto né è, ed è in modo soprasostan­ziale ed è conosciuto al di là dell’intelligenza. L’ignoranza assoluta, intesa nel senso migliore, è conoscenza di ciò che è sopra ognuna delle cose che si conoscono.

Traduzione italiana di G. Russino (rielaborata a partire da quella di P. Scazzoso, contenuta in Dionigi Areopagita, Tutte le opere, Milano, Rusconi, 1981).

 

Keywords: Dionysius the Areopagite, mysticism, negative theology.

Tenebra luminossima

Tenebra luminosissima

ALBERTO MAGNO, Tenebra luminosissima. Commento alla “Teologia Mistica” di Dionigi l’Areopagita, introduzione, traduzione e note a cura di Giuseppe Allegro e Guglielmo Russino, Palermo, Officina di Studi Medievali, 2007, ISBN 88-88615-64-4.

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I commenti di Alberto Magno a Dionigi l’Areopagita costituiscono «un episodio chiave della teologia scolastica e del misticismo medievale» (P. Rorem). In particolare, il Super Dionysii Mysticam theologiam – pubblicato per la prima volta in traduzione italiana ­dall’Officina di Studi Medievali – ha esercitato una profonda influenza su autori quali Tommaso d’Aquino, Meister Eckhart e Niccolò Cusano.

Composto probabilmente a Colonia nel 1250, con il giovane Tommaso fra gli uditori, il commento espone una via mistica incentrata sull’intelletto, distanziandosi dalla tradizione agostiniana che fino ad allora aveva caratterizzato la spiritualità medievale. Mentre l’agostinismo privilegiava la dimensione affettiva, Alberto riafferma il ruolo e l’importanza dell’intelletto nell’ascesa dell’anima a Dio. L’opera affronta questioni cruciali sullo status della teologia, sui rapporti con il sapere filosofico, sul ruolo dell’estasi e sui limiti della conoscenza.

Nel riproporre il tema dionisiano dell’inconoscibilità di Dio, Alberto sa di muoversi su di un terreno delicato: pochi anni prima una condanna ufficiale aveva colpito la tesi, sostenuta anche in ambienti domenicani, secondo la quale nessuno può vedere l’essenza divina. Bisognava perciò trovare un punto di equilibrio tra consolidate dottrine teologiche sul fine ultimo dell’uomo – consistente nella visione “faccia a faccia” a noi promessa in patria – e l’esigenza di salvaguardare trascendenza e ineffabilità della Causa prima di tutte le cose. Stretto da questi vincoli, Alberto riconosce sì la necessità di una visione diretta di Dio, ma senza per questo rinunciare all’apofatismo del testo dionisiano.

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p style=”margin:20px 0 0;”>Keywords: Albert the Great (Albertus Magnus), Dionysius the Areopagite, mysticism.

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