Un precursore medievale di Dan Brown
di g.r.

Ms. greco del XII sec. (fonte: Mandragore).
Dopo Il codice Da Vinci i “cercatori di Maddalene” si sono sbizzarriti nei ritrovamenti più fantasiosi. Per tornare con i piedi per terra le belle e informate pagine di Diego Cuoghi costituiscono un buon antidoto. In particolare si veda qui. Tuttavia almeno su una cosa egli è in errore: l’idea che Maria Maddalena sia la compagna di Gesù ha avuto origine ben prima del XIX secolo. [1]
La Summa contra haereticos è una tra le più antiche summae della scolastica medievale, di origine e attribuzione incerta. Composta alla fine del XII secolo (o al più tardi nel primo decennio del XIII), viene indicata da alcuni manoscritti come opera di un certo magister Gallus. Il tentativo di identificarne l’autore con Prepositino da Cremona, cancelliere dell’Università di Parigi, non sembra aver convinto gli studiosi. [2] In un solo manoscritto, conservato a Praga e risalente al XIII secolo, troviamo una breve esposizione della dottrina dualista (manichea secondo l’originale latino) professata da alcuni gruppi ereticali del tempo. [3] A un certo punto vi leggiamo: Asseriscono inoltre [i “manichei”] che lo stesso Cristo sia stato il marito di Maria Maddalena. Per provarlo adducono che in tre diversi luoghi egli rimase solo con lei: nel tempio, nell’orto e al pozzo. [4]

(Vézelay, Musée de l’Oeuvre de la Madeleine)
Fonte: Bildindex
Riporto qui di seguito l’intero brano, che presenta diversi spunti interessanti: riassumendo vi sono due dei, uno buono e uno cattivo, così come al vero Cristo si contrappone uno Pseudo-Cristo. Anche Dio ha delle mogli, ben due: Collam e Hoolibam [5]. L’incarnazione delle anime deriva da un affaire amoroso del Dio buono con la moglie del Dio maligno, cui segue la vendetta di quest’ultimo. Le anime di coloro che muoiono al di fuori della setta sono condannate alla reincarnazione.
Manichea dicunt duos esse deos et duo principia, deum bonum et deum malignum; quem malignum dicunt esse creatorem huius mundi, mosaice legis autorem. Ioannem Baptistam dicunt esse dampnatum, Christum qui in hoc mundo apparuit dicunt esse pseudo Christum et pseudos habuisse apostolos. Dicunt etiam quod Christus per quem sperant salvati natus fuit in celesti Bethleem; Christus Ioseph et Maria passus in celesti Ierusalem, a fratribus suis traditus.
Dicunt quod bonus Deus duas habuit uxores, Collam et Hoolibam, ex quibus procreavit humano more filios et filias. Dicunt quod habuit rem cum uxore maligni dei, pro quo iratus malignus deus misit filium suum in curia boni dei, quem decipiens, traxit inde aurum et argentum -animas humanas et bestiales-, et misit eas et divisit in terris suis VII scilicet ad quas Christus missus fuit. Unde dicunt Christum septies passum esse.
Asserunt etiam eundem Christus fuisse virum Marie Magdalene. Ad quod probandum proferunt quod in tribus locis fuit solus cum ea, in templo, in orto, et ad puteum.
Dicunt quod unusquisque recuperabit uxorem suam, filios, et possessiones in regno Dei.
Credunt quidam illorum quod quando anima egreditur de corpore humano, nisi obierit in sectam eorum, ingreditur aliud corpus sive humanum sive bestiale; alii tantum dicunt quod humanum.

(fonte: Mandragore).
Ma torniamo a Maria Maddalena. Altri due testi riportano credenze molto simili. Uno è l’Historia Albigensis di Pietro di les Vaux-de-Cernay (scritta probabilmente tra il 1212 e il 1218). Questo è il testo della Patrologia Latina:
Dicebant etiam in secreto suo, quod Christus ille qui natus est in Bethlehem terrestri et visibili, et in Hierusalem crucifixus, malus fuit; et quod Maria Magdalena fuit ejus concubina, et ipsa fuit mulier in adulterio deprehensa, de qua legitur in Evangelio. Bonus enim Christus, sicut dicebant, numquam comedit vel bibit, nec veram carnem assumpsit, nec unquam fuit in hoc mundo nisi spiritualiter in corpore Pauli. Ideo autem diximus in Bethlehem terrestri et invisibili; quia hæretici fingebant esse aliam terram novam et invisibilem, et in alia terra secundum quosdam, bonus Christus fuit natus et crucifixus. Item dicebant haeretici bonum Deum duas habuisse uxores, Collant et Colibant, et ei ipsis filios et filias procreasse. Erant alii haeretici qui dicebant quod unus est Creator, sed habuit filios, Christum et diabolum. [6]
Come si può notare ricorrono gran parte dei temi già intrecciati nel testo precedente, compreso il riferimento alle due mogli del Dio benigno. Ma Pietro di les Vaux-de-Cernay dipende a sua volta, con buona probabilità, da Ermengaudo di Béziers (attivo tra la fine del XII e i primi anni del XIII secolo). [7] Al trattato Contra haereticos di quest’ultimo, contenuto nel manoscritto 495 della Biblioteca municipale di Reims, segue infatti una breve Esposizione dell’eresia degli albigesi e dei valdesi (Manifestatio haeresis albigensium et lugdunensium) nella quale ancora una volta leggiamo, in forma lievemente diversa e più completa, frasi assai simili a quelle già incontrate. Qualche rigo sarà sufficiente a mostrare le affinità:
Nam ipsum deum dicunt duas habere uxores, Collam et Colibam et de ipsis filios et filias humano more generasse. […] Dicunt etiam in sua secreto quod Maria Magdalene fuit uxor Christi, et ipsa fuit mulier Samaritana cui dixit: « Voca virum tuum »; et ipsa fuit mulier deprehensa in adulterio, quam Christus liberavit ne a Iudeis lapidaretur; et fuit cum ipsa in tribus locis, in templo, ad puteum, in orto, et primo post resurrectionem apparuit ei.
Si tratta di insegnamenti che, come osservano i nostri testi, venivano impartiti “in segreto” ed erano destinati ai soli iniziati. Ma quale ne è la provenienza? Y. Stoyanov scrive:
Le origini della dottrina delle due mogli del Dio del bene, e in particolare dello stato civile di Maria Maddalena, risultano alquanto oscure. L’insegnamento di Maria Maddalena come «moglie» o «concubina» di Cristo sembra inoltre essere una tradizione catara originale che non trova alcun riscontro nelle dottrine bogomile. Questi frammenti dottrinali che concepiscono Gesù Cristo e Maria Maddalena come coppia terrena, in cui il Gesù materiale poteva essere considerato una figura negativa, sembrano in certa misura confusi e parti occultate di una tradizione più coerente di un’esegesi dualista del Nuovo Testamento. Non trovano per di più riscontro nei documenti ancora esistenti della cristologia e dell’esegesi neo testamentaria bogomile. Maria Maddalena rivestiva d’altronde un ruolo di primissimo piano nelle più antiche tradizioni gnostiche […]. In mancanza di prove circa la trasmissione testuale di vere e proprie opere gnostiche dalla tarda antichità ai dualisti medievali, tali parallelismi devono tuttavia restare tipologici. [8]
Il che significa, in altri termini, che allo stato attuale delle conoscenze sappiamo dirne ben poco, a parte il fatto di incontrare queste strane dottrine nei primi anni del Duecento e in riferimento ad alcuni gruppi di eretici dualisti.

Francia, 1175 circa
(fonte: Corsair).
NOTE
[1] Per il carattere ottocentesco di questa identificazione Cuoghi rinvia al libro di M. A. Iannaccone, Maria Maddalena e la dea dell’ombra, Milano, SugarCo, 2006.
[2] Testo e note critiche in J. N. GARVIN – J.A. CORBETT, The Svmma contra haereticos ascribed to Praepositinus of Cremona, University of Notre Dame Press, Notre Dame, 1958.
[3] GARVIN – CORBETT, The Svmma contra haereticos, op. cit., p. 292. Sul manoscritto praghese (Archivio del Capitolo Metropolitano, Ms. M.1.527, fol. 110v) si vedano le pp. XXI-XXII: gli autori datano il ms. al XIV secolo, ma A. Dondaine ritiene possa risalire al XIII. Cfr. A. DONDAINE, Durand de Huesca et la polémique anti-cathare, «Archivum Fratrum Praedicatorum» 29 (1959), p. 241n.
[4] La Maddalena viene qui identificata con la donna adultera condotta di fronte a Gesù mentre insegnava al tempio (Gv 8,3-11) e con la samaritana incontrata al pozzo in Gv 4,5-27. L’orto è un riferimento a Gv 20,15, ove Maria Maddalena, davanti al sepolcro vuoto, scambia dapprima Gesù per l’ortolano.
[5] Cfr. Ez 23,1-4: Mi fu rivolta questa parola del Signore: “Figlio dell’uomo, vi erano due donne, figlie della stessa madre, che si erano prostituite in Egitto fin dalla loro giovinezza, dove venne premuto il loro petto e oppresso il loro seno verginale. Esse si chiamano Oolà la maggiore e Oolibà la più piccola, sua sorella. L’una e l’altra divennero mie e partorirono figli e figlie. Oolà è Samaria e Oolibà è Gerusalemme.
[6] PETRI VALLI CERNAI Historia Albigensium, PL 213, 546C. Una traduzione inglese si può leggere in W.A. SIBLY and M.D. SIBLY, The History of the Albigensian Crusade: Peter of les Vaux-de-Cernay’s Historia Albigensis, Woodbridge : The Boydell Press, 1998 (il nostro testo è a p. 11, § 11).
[7] Così A. DONDAINE, Durand de Huesca et la polémique anti-cathare, «Archivum Fratrum Praedicatorum» 29 (1959), 228-276 (in particolare le pp. 261-262). Il testo della Manifestatio è alle pp. 268-271.
[8] Y. STOYANOV, L’altro Dio. Religioni dualiste dall’antichità all’eresia catara, Brescia : Morcelliana, 2007, p. 387.

Pamplona, 1197
(fonte: Enluminures).
PER APPROFONDIRE
Keywords: Mary Magdalen, Da Vinci Code, Heresy, Cathars.
Il testo non deve sorprendere perché nel corso della loro storia i manichei si sono intrecciati con un altra corrente antica seppur considerata minore del Cristianesimo ovvero gli gnostici, i quali reputavano validi anche i vangeli apocrifi datati agli inizi del II secolo d.C. e forse scritti proprio da queste particolari comunità cristiane. In questi vangeli Maria Maddalena assume un ruolo di primo piano talvolta più importante degli apostoli stessi, perciò non bisogna stranizzarsi per il fatto che i manichei abbiano creduto tali cose, e che questi argomenti venissero usati a loro svantaggio dai cattolici.
Sì, Maria Maddalena in alcuni apocrifi e presso le comunità cristiane degli inizi ha avuto un ruolo fondamentale. Non soltanto tra gli “gnostici” (ammesso che in questa primissima fase si possa sempre facilmente distinguere gnostici e cristiani in generale): il fatto che la Maddalena sia la prima a vedere Gesù dopo la resurrezione lo mostra a sufficienza. Il problema è però che, per quanto ne sappiamo, l’idea di farne la moglie di Gesù spunta fuori solo alla fine del XII secolo. Potrebbe trattarsi di una tradizione più antica di cui non sono rimaste altre testimonianze, ma in mancanza di qualsiasi indizio è più probabile che sia uno sviluppo originale all’interno delle correnti dualiste medievali. Anche perché quelli che i loro avversari chiamavano nel Medioevo “catari”, “albigesi” o “manichei” non sembrano in realtà avere reali punti di contatto con il manicheismo antico.
http://news.harvard.edu/gazette/story/2012/09/suggestion-of-a-married-jesus/
A quanto pare questa tradizione è molto più antica di quanto non si pensasse.
È una scoperta interessante, anche se per adesso bisogna procedere con cautela. I dubbi sono ancora molti e la fretta, negli studi, non porta mai bene. Qualora la notizia trovasse ulteriori conferme avremmo un elemento in più per collegare il catarismo medievale alla letteratura apocrifa del primo cristianesimo.
Ma, appunto, occorre pesare bene i fatti. Un esempio: spesso si legge che nel “Vangelo di Filippo” la Maddalena viene indicata come la “consorte” di Gesù, però il termine là utilizzato è preso in prestito dal greco (koinonòs) e significa propriamente “compagno, associato”. Non è quindi una testimonianza del fatto che qualcuno parlasse di Gesù come di un uomo sposato. Questo non esclude che la cosa fosse scritta o creduta in altri contesti, ma non ne abbiamo avuto finora le prove. Il papiro sopra menzionato potrebbe cambiare le cose, ma aspettiamo di vedere cosa verrà fuori.
Grazie!